Fritelle di Riso: gnam!

 


Frittelle di riso

 
Quando si preparava il risotto per la famiglia, se ne cucinava in abbondanza in modo da averne a sufficienza il giorno dopo per preparare delle frittelle. Era una pietanza che piaceva a tutti ed inoltre permetteva di utilizzare avanzi di formaggio o salumi; nell'orto cresceva rigogliosa l'erba di San Pietro*, se ne tagliuzzava una foglia e si incorporava all'impasto. Ancora oggi possiamo usare il risotto avanzato oppure si può preparare appositamente un risotto per ottenere la base di questo piatto.

Ricetta
Ingredienti per 4 persone:                                                                                                        300 gr di riso Carnaroli, una cipollina, poco burro, circa un litro di brodo di carne ben sgrassato o brodo vegetale, parmigiano grattugiato; 6 cucchiaiate di pangrattato, 100 gr di fontina o tometta biellese morbida, 2 uova, sale, pepe e olio di oliva. 

Procedimento:                                                                                                                   Rosolare in padella la cipollina con il burro, aggiungere il riso, mescolare con il cucchiaio di legno, lasciare tostare leggermente, versare il brodo poco alla volta e cuocere per 18 minuti, unire il parmigiano, pepe e sale se necessario. Lasciare intiepidire, unire un po' di parmigiano, un uovo ed il formaggio tagliato a dadini. Formare delle frittelle un po' schiacciate, passarle nell'uovo sbattuto e nel pangrattato, friggerle nell'olio rigirandole, appoggiarle sulla carta da cucina e servirle ben calde

Buon appetito!

Ricetta di Emilio Roncarolo

 Erba di San Pietro*

 Tanacetum balsamita, fa parte della famiglia delle Asteracee, un tempo era diffusa in tutti gli orti perchè, come ogni erba aromatica, non era solamente utilizzata per insaporire i piatti ma erano di fatto "la medicina naturale del buon Dio" (Hortum Simplicium). Ogni erba aveva proprietà benefiche che serivano a lenire specifici mali, la nostra erba di San Pietro, balsamica e digestiva, dal sapore vagamente simile alla menta e all'eucalipto,  curava stomaco, intestino e cisfellea, coliche e disturbi grastrointestinali, aveva funzioni antiemetiche e cicratizzanti per le ulcere, leniva le punture degli insetti, le dermatiti e le gengiviti. Si utilizzava anche per tosse, raffreddore e bronchite (buono a sapersi in tempi di Covid!). Si potevano fare le tisane con le foglie oppure utilizzarle in cucina in insalate, frittate, minestre, torte salate, tortelli ripieni... e ovunque la cuoca la ritenesse un pizzico di gusto in più.



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